MASINEN
#202 Settembre e ottobre
Ciao!
Rieccoci ben oltre un mese dopo l’ultimo numero di questa newsletter: le due nazionali italiane non avevano ancora vinto il Mondiale di pallavolo, non si parlava ancora della Global Sumud Flotilla, Charlie Kirk era ancora vivo, i Coma_Cose non si erano ancora sciolti, le sorti dello stadio di San Siro non erano state ancora decise, Ousmane Dembélé non aveva ancora vinto il Pallone d’Oro e non era arrivato ancora il via libera per far disputare Milan-Como a Perth:
Erano gli ultimi giorni del calciomercato estivo, quando sui social capitava spesso di imbattersi nei messaggi di addio dei calciatori ai rispettivi club. C’è chi ha utilizzato parole sincere provenienti dal profondo del cuore, e chi si è affidato a ChatGPT (Fábio Silva e Christantus Uche). Chissà cosa succederà a gennaio:
Florian Thürler, probabilmente il più grande collezionista di maglie da calcio del Liverpool, ha stabilito un nuovo Guinness World Record (ma anche Justin Kluivert, qualche settimana fa, ne ha centrato uno). Nel giorno del suo 60esimo compleanno ha mostrato tutte le 1047 casacche in suo possesso sul campo di Magglingen, in Svizzera:
Manca sempre meno ai Mondiali 2026: le squadre qualificate sono già 18 (e c’è pure Capo Verde, anche se è inutile sorprendersi molto, preparatevi a vedere Curaçao e poi a un’edizione a 64 squadre, nel 2030) e si è già conclusa la prima fase di vendita dei biglietti, con 1,2 milioni di richieste arrivate nelle prime 24 ore e 4,2 totali. La seconda finestra si apre il prossimo 27 ottobre.
Nel frattempo Donald Trump ha già ripetuto in due diverse occasioni a distanza di settimane la volontà di spostare le sedi di alcune partite, ufficialmente per ragioni di sicurezza. Non che il POTUS abbia l’autorità per farlo, ovviamente, ma ha fatto leva sul rapporto di complicità con il Presidente FIFA Gianni Infantino: le città in questione sono Seattle, San Francisco, Boston e Los Angeles, tutte governate dai democratici.
A proposito di Mondiali, un noto personaggio italiano ha provato a fare saltare - si fa per dire - la qualificazione della Norvegia, ormai prossima: Mario Ferri detto ‘Il Falco’, specializzato in invasioni di campo, è riuscito ad entrare anche sul terreno di gioco dell’Ullevaal Stadion di Oslo durante la gara contro Israele, con una maglietta di Superman con scritto ‘Free Gaza’, prima di essere braccato e ammanettato dalla sicurezza. Per il match di qualificazione, visto l’alto livello di pericolosità, erano presenti anche agenti israeliani: “Mi hanno tirato talmente forte che mi hanno tagliato la carne della mano” ha raccontato Ferri, che si è procurato una ferita per cui sono serviti otto punti di sutura:
Tra le invasioni più celebri nella carriera del ‘Falco’ si ricordano quella durante Pescara-Sambenedettese ma soprattutto quelle di respiro internazionale: Inter-Mazembe nel 2010, Belgio-USA e Portogallo-Uruguay, queste ultime valide per la Coppa del Mondo. E sempre indossando la maglietta di Superman, su cui scrivere messaggi di vario genere come ‘Save Ukraine’ e ‘Respect for Iranian Woman’.
Il Pisa ha solamente tre punti in classifica dopo le prime sette giornate di Serie A. Ne meriterebbe sicuramente di più se non altro per l’abitudine di realizzare dei bei matchday program:







Lunga vita a chi ancora oggi considera importanti i programmi delle partite, come l’Associazione Cuore Biancoverde Monopoli CCBM che realizza tuttora dei manifesti e tappezza la città pugliese.
La UEFA ha aggiornato il proprio albo d’oro: ricordatevi di considerare anche la Slovacchia come vincitrice di un Campionato Europeo di calcio, quello del 1976 (e non solo la Repubblica Ceca).
Siamo arrivati nell’era in cui uno streamer, Zack Nani, trasmetterà su YouTube e Twitch, gratuitamente, tutti gli incontri della nazionale francese Under 21.
Non è una novità che la NBA per rilanciarsi stia guardando sempre più spesso all’Europa. D’altronde, i giocatori del Vecchio Continente sono sempre più protagonisti, vedi i 5 degli ultimi 10 MVP. Nelle scorse settimane si è parlato con sempre maggiore concretezza del fantomatico progetto di una nuova lega a numero chiuso, che si chiamerà appunto NBA Europe. Sedici squadre, supportata dalla FIBA e in contrapposizione con l’attuale Eurolega, che verrebbe automaticamente abbandonata dai club, la nuova competizione dovrebbe includere alcuni top team come Real Madrid, Barcellona, Fenerbahçe e possibilmente ASVEL Lyon-Villeurbanne, per via del ruolo che ricopre Tony Parker all’interno della società francese. Ma non solo, perché si vocifera di una clamorosa partecipazione di squadre ancora inesistenti: una dovrebbe servire a coprire il mercato inglese e potrebbe sorgere a Manchester o a Londra, un’altra a Parigi anche se esiste già Paris Basketball (e in entrambe dovrebbero esserci, dietro le quinte, i proprietari di City e PSG), un’altra addirittura a Roma. Per il momento il commissioner Adam Silver ha fatto qualche chiacchierata con i club coinvolti, poi si dovrebbe passare alla pianificazione vera e propria, così da iniziare per il 2027 o 2028.
Chissà se un giorno ci sarà spazio in NBA per Cheickh Niang: con ancora negli occhi le prestazioni del fratello maggiore Saliou con la Nazionale italiana durante gli Europei (tra le poche note positive del torneo giocato dagli azzurri) e con la Virtus Bologna nelle prime giornate di Eurolega, è già tempo di soffermarsi su cosa combina il piccolo di famiglia. Diciassette anni, ha debuttato in Lega Serie A con l’Aquila Basket Trento ed è stato impossibile non notarlo:
Cosa è successo nel mondo del tennis a settembre e ad ottobre, dopo la vittoria di Carlos Alcaraz contro Jannik Sinner nella finale degli US Open e l’avvicendamento in classifica tra i due? L’azzurro è passato dal guidare con 11480 punti contro 9590 a inseguire lo spagnolo 11340 a 10000, dunque dovrebbe rimanere numero 2 del mondo fino alla primavera del 2026. Dei tornei in Giappone e Cina (Alcaraz e Sinner ne hanno vinto uno ciascuno, rispettivamente a Tokyo e Pechino) le immagini più ricorrenti sono state quelle di tennisti stremati dal caldo, sudati fino ai calzini come se su di loro si fosse abbattuto un acquazzone. Qualcuno ha vomitato, in molti si sono ritirati, altri hanno sciupato l’ennesima occasione per tornare a vincere un torneo importante e alla fine il monegasco Valentin Vacherot (204 al mondo) ha trionfato nel Masters di Shanghai nella finale contro il cugino Arthur Rinderknech (54): un evento talmente impronosticabile che è difficile perfino capire se considerarlo una favola o un flop. In tutto ciò Zverev ha cavalcato l’ennesima polemica ridicola (anche se le colpe maggiori sono di Roger Federer, spiace dirlo), quella di sostenere che gli organizzatori dei tornei stiano favorendo Alcaraz e Sinner rendendo le superfici uniformi, e dunque più lente. Come se fosse questo il motivo per cui vince sempre meno partite, e di conseguenza tornei:
Nel frattempo, sempre in Cina, le azzurre Jasmine Paolini, Elisabetta Cocciaretto, Lucia Bronzetti e Sara Errani hanno vinto per il secondo anno consecutivo la Billie Jean King Cup - per i meno esperti, una sorta di Coppa Davis al femminile - battendo Cina, Ucraina e Stati Uniti. ‘Bao Zong’ (nuovo e stupendo soprannome per la numero 1 d’Italia, in cinese pare significhi qualcosa come ‘capitano Paolini’) ha anche ottenuto la matematica qualificazione alle WTA Finals, in singolare perché in doppio non è stata mai in discussione. Qualcuno ha osato criticarla nel corso del 2025, solo perché non sono arrivati alcuni risultati ottenuti nel 2024 negli Slam. La toscana ha vinto gli Internazionali d’Italia, ha giocato al livello di tante top 10 e spesso le ha battute pure, per non parlare dei risultati in coppia con Sara Errani:
È nata a Kiev, ma essendo di nazionalità tedesca la speranza è che possa anche lontanamente essere paragonata a quello che è stata dentro e fuori dal campo Andrea Petković. Ecco Eva Lys, già famosa per la sua passione per le ‘T’ dei campi da tennis ed ex numero 59 al mondo:









