Ciao!
Come la scorsa settimana, altre promozioni e retrocessioni e poi il ‘Fassino gate’ e altre cose che potreste esservi persi tra un ponte e un altro trascorso lontano dalle notizie.
A proposito di promozioni e retrocessioni, nelle scorse due settimane non mi ero soffermato sul finale di stagione del Wrexham, che in due stagioni è passato dalla quinta alla terza serie inglese, la League One. Non che ci fossero molti dubbi su una risalita così veloce: la squadra gallese balzata alle cronache dopo essere stata acquistata nel 2021 dal duo di attori americani Rob McElhenney e Ryan Reynolds, che ne hanno fatto un prodotto televisivo divenuto molto famoso soprattutto Oltreoceano, pur avendo un budget nettamente superiore alle avversarie è arrivata seconda in classifica dietro allo Stockport. In estate il club continuerà a sfidare le big del calcio mondiale in amichevole come successo nel recente passato e a comportarsi da grande, mentre sono già iniziate a circolare già le voci della necessità di un nuovo stadio che possa ospitare il crescente numero di tifosi. I due patron, che a tre anni di distanza possono già giudicare positivamente il loro investimento, hanno messo gli occhi sulla squadra messicana del Club Necaxa (che tra i proprietari ha Eva Longoria), che potrebbe non essere l’ultima del loro portfolio sportivo.
A proposito di promozioni e retrocessioni, per chi si fosse svegliato solamente oggi stanno per iniziare i play-off promozione in Serie C, tanto complicati quanto affascinanti. Partecipano ventotto squadre e li vincerà una soltanto:
Contro il Modena, la Reggiana ha indossato una replica delle maglie della stagione 1993/1994. Questa è quella da portiere:
Se il Bayer Leverkusen è arrivato a quarantasette partite senza perdere neanche una volta è anche merito dei quindici gol arrivati dal minuto novanta in poi, l’ultimo sabato scorso in campionato contro lo Stoccarda. I tedeschi, per nulla scaramantici, nonostante la stagione non sia ancora finita hanno deciso di celebrarli comunque:
Da prendere con le pinze visto che si tratta di Matteo Salvini comunque bell’aneddoto.
Nonostante le uscite di scena dei favoriti, c’è tanto da dire sul Masters di Madrid che sta per concludersi e che, per una volta, è stato decisamente più avvincente per quanto riguarda il torneo femminile, merito delle tre tra le prime quattro tenniste al mondo: Iga Świątek, Aryna Sabalenka ed Elena Rybakina. Pur non avendo raggiunto neanche i quarti di finale, è stato sicuramente il torneo di Rafael Nadal, probabilmente l’ultimo sulla terra madrilena: lo spagnolo ha arricchito la sua presenza con tante dichiarazioni tipiche di chi sta vivendo un momento interlocutorio, anche contrastanti tra di loro. L’incertezza sulla sua partecipazione e sul livello delle sue prestazioni, la difficoltà nel pronunciare la parola addio ad un pubblico che lo ha visto festeggiare per anni, la consapevolezza di non essere più una certezza nel circuito. Insomma: come tanti campioni arrivati a fine carriera, lo spagnolo si è trovato a dover fare i conti con l’amara presa di coscienza della situazione attuale e la conseguente difficoltà nel gestire le emozioni. Tutto ciò, come se non bastasse, con la testa alla semifinale di andata tra Bayern Monaco e Real Madrid che si è giocata in contemporanea alla sua ultima apparizione contro Jiří Lehečka. Sono sembrate le prove generali di quello che potrebbe accadere al Roland Garros, in attesa di sapere se ci sarà ed in che condizioni fisiche e mentali, e chissà forse anche a Parigi 2024. Nel complesso il torneo maschile sarà ricordato per i tanti forfait (Jannik Sinner, Carlos Alcaraz, Daniil Medvedev e lo stesso Lehečka) e per una conferma: il calendario dei tornei sulla terra rossa sembra non funzionare alla perfezione visto il numero degli infortuni e la necessità di dover necessariamente rinunciare a dei tornei, così come la formula dei Masters ‘spalmati’ in due settimane e la sproporzione di partite giocate tra prima e seconda.
Non ho visto ‘Challengers’ quindi non posso azzardare nessun commento, ma c’è Andrea Petkovic che ne scrive (e pure bene) sul Guardian.