Ciao! Ecco un po’ di cose successe in settimana mentre vi accanivate contro Barbara Palombelli.
Sono tornate le coppe europee, e probabilmente non potevamo chiedere di più delle 16 partite di Champions League, 16 di Europa League e 16 Conference League spalmate in poco più di 48 ore, molte delle quali con gli stadi pieni e con tifosi ospiti sugli spalti. La cosa che mi ha rallegrato maggiormente è stata vedere nuovamente un po’ di vita, un po’ di colore: coreografie; scaramucce tra avversari (tipo il pullman dell’Olympique Lione scarabocchiato dai tifosi del Rangers Football Club); per fino leggere notizie dei tifosi bulgari in corteo per le vie di Roma o della scazzottata tra napoletani e inglesi, a Leicester:
Altre cose belle: rivedere in panchina per un match europeo Kurban Berdyev, l’allenatore turkmeno ex Rubin Kazan che oggi allena il Qaýrat Almaty; la storia di Sébastien Haller: comprato lo scorso gennaio proprio dall’Ajax, non viene inserito nella lista UEFA per errore, aspetta sette mesi prima di giocare in Europa, segna quattro gol al debutto in Champions League contro lo Sporting. E poi sicuramente questo video con cui la squadra olandese ha presentato la propria stagione europea:
Ah, il primo gol della storia dei gironi di Conference League è dell’ex Udinese e Frosinone Stipe Perica.
Non è più ‘El Clásico’ di Lionel Messi e Cristiano Ronaldo, quello del prossimo 24 ottobre infatti vedrà protagonisti al massimo Karim Benzema e Vinicius Jr. da una parte, Memphis Depay e Pedri dall’altra. Nel frattempo LaLiga ha annunciato che diventerà un brand, con un proprio logo e una propria visual identity (e presto potrebbe toccare anche a El Gran Derbi, El Derbi de Madrid, El Derbi Vasco ecc.):
Se passate da Bilbao, è stata da poco inaugurata la mostra fotografica di Ernesto Valverde, l’ex allenatore di Athletic Bilbao e Barcellona. Si chiama ‘Beste aldea’ e dura fino al 28 ottobre prossimo. Tutte le info qui. Sid Lowe aveva scritto qualcosa sul Guardian a giugno, prima che Valverde esibisse i suoi scatti a San Sebastián.
A gennaio torna il Totocalcio, con una formula parecchio diversa da quella che negli ultimi anni era scemata sempre più fino alla sua sparizione, nel 2019.
Avete presente il Golden Boy, premio organizzato annualmente da Tuttosport? A giugno c’erano 100 candidati, che poi sono diventati 80, 60 e adesso 40 (con soli tre calciatori che giocano in A: Mohamed Ihattaren, Roberto Piccoli e Martin Satriano), ma soprattutto ci sono stati giocatori ripescati e altri inseriti soltanto in un secondo momento. Tra regole quantomeno singolari ed errori di battitura, è ancora in gioco gente del calibro di Bukayo Saka, Jude Bellingham, Pedri ed Eduardo Camavinga, ma occhio al portiere del Besiktas Ersin Destanoğlu, che al primo turno ha preso il 37,8% (!!!) dei voti complessivi: si può votare qui.
Il portiere del Friburgo, Mark Flekken, è stato convocato per la prima volta in Nazionale olandese da Louis van Gaal, per le partite internazionali di novembre. Mark Flekken è famoso per essere stato il protagonista di una delle papere più belle viste recentemente in Germania, e non solo, quando giocava per il Duisburg, nel 2018:
Durante la presentazione ufficiale come nuovo giocatore del Rayo Vallecano, Radamel Falcao ha spiegato perché ha deciso di indossare la maglia numero 3 (che vabbè, era l’unico disponibile insieme al 15, al 26, al 28 e al 30). Nel frattempo il colombiano ha già fatto in tempo a esordire e segnare il primo gol con la sua nuova squadra, dopo pochi minuti dal suo ingresso in campo:
Il video della settimana (oltre 10 milioni di views solo su Twitter): il gatto salvato grazie ad una bandiera degli Stati Uniti durante il match di football americano tra Miami Hurricanes e Appalachian State Mountaineers, all’Hard Rock Stadium di Miami:
Sempre dagli USA, ma stavolta in NFL, i Carolina Panthers hanno realizzato questo impressionante video grazie alla realtà aumentata. Se ne è parlato anche qui, su The Verge:
E ancora dagli USA, e più precisamente dal cemento di Flushing Meadows, dove due tennisti hanno centrato il Grande Slam: sto parlando di Dylan Alcott e Diede De Groot, che sulla loro sedia a rotelle hanno vinto gli US Open, la quarta e ultima prova stagionale (con questo successo, sommato alle Paralimpiadi, hanno centrato anche il famigerato Career Grand Slam). Non ci è riuscito invece Novak Djokovic, surclassato da un Daniil Medvedev praticamente perfetto in una finale a senso unico che è stata a suo modo indimenticabile anche per come, per una volta, si sia invertito il copione: il serbo, supportato dai maleducatissimi spettatori dell’Arthur Ashe, non è riuscito a sconfiggere il suo avversario raccogliendo invece, al posto del titolo che lo avrebbe consegnato alla storia, il gradimento del pubblico che raramente lo ha accompagnato nel corso della sua carriera.
Se vi siete chiesti il significato dell’esultanza di Daniil Medvedev.
A rendere questa edizione ancora più magica, si aggiunge il successo di Emma Raducanu, a cui avevo dedicato già la cover della scorsa puntata di questa newsletter. La britannica nata nel 2002, che in due mesi è passata dall’essere una promettente semisconosciuta ad essere considerata già il futuro del tennis femminile, è poco più grande dei due vincitori dei tornei juniores: il mancino spagnolo (…) Daniel Rincón e la statunitense Robin Montgomery. Emma Raducanu che è anche coetanea di…
Neanche 48 ore dopo, Emma Raducanu e Leylah Fernandez si sono ritrovate al Met Gala, dove c’erano anche Alja Tomljanovic con Matteo Berrettini, Naomi Osaka, Maria Sharapova, Sloane Stephens e le sorelle Venus e Serena Williams. Chi ha sfoggiato l’outfit migliore?
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