Ciao!
Si potrebbe parlare di Jasmine Paolini e dei nuovi record del tennis italiano (certo, a Wimbledon fanno un certo effetto), di Copa América se solo l’avessi vista, mentre di Lamine Yamal se n’è già accennato la settimana scorsa. Invece visto che Euro 2024 sta finendo affrontiamo un argomento su cui forse avete fatto caso anche voi, di cui ho avuto modo di ragionare virtualmente con un amico qualche giorno fa.
Euro 2024 non è stato l’Europeo dell’Italia: il torneo della squadra campione in carica è durato solo quattro partite, due delle quali decisamente negative, e così come tante altre competizioni sottotono è destinato a scivolare velocemente nel dimenticatoio per far si che i ricordi rimangano più vivi rispetto ad altre edizioni che ci hanno visto rendere in maniera più dignitosa. Anche sugli spalti l’Europeo non ha visto l’Italia protagonista e non c’è stato nessun esodo verso la pur vicina Germania per seguire le sorti degli azzurri che difendevano il titolo, senza considerare la calda accoglienza ricevuta soprattutto da gente del luogo e da emigrati italiani presso il ritiro di Iserlohn, piccolo centro della Renania Settentrionale-Vestfalia situato a sud est di Dortmund, dove l’Italia ha debuttato contro l’Albania.
Contro la Nazionale albanese i tifosi azzurri si sono infatti ritrovati in netta minoranza rispetto ai circa 50 mila balcanici, che nei mesi scorsi avevano polverizzato sia i biglietti a loro disposizione che quelli ‘neutrali’ pur di non perdersi la possibilità di assistere al secondo Europeo di sempre della loro storia dopo quello del 2016. I supporters italiani si sono trovati, seppur di poco, in superiorità numerica solamente contro la Spagna a Gelsenkirchen nella seconda gara del Gruppo B, e poi sono nuovamente finiti ‘schiacciati’ dai croati a Lipsia e dagli svizzeri a Berlino, quando in un impianto di circa 70 mila posti erano in 6 mila. Una situazione di squilibrio che fa doppiamente effetto viste le dimensioni dei due Stati in confronto al nostro: la Croazia ha una popolazione di quasi 4 milioni di abitanti (inferiore a quella di ben otto Regioni italiane, Lombardia, Lazio, Campania, Veneto, Sicilia, Emilia-Romagna, Piemonte e Puglia), mentre la Svizzera sfiora i 9. L’Italia si assesta intorno ai 56.
A certificare questi numeri anche una recente diapositiva della partecipazione di tifosi stranieri negli stadi tedeschi durante la fase a gironi riportata da una serie di siti stranieri, in linea con le immagini viste anche in tv. Al primo posto tra i più presenti ci sono stati i turchi, che tra il Signal Iduna Park di Dortmund (due volte) e il Volksparkstadion di Amburgo hanno portato complessivamente 130 mila tifosi. Si tratta di un dato che non sorprende molto visto il numero di coloro che vivono regolarmente in Germania (circa 7 milioni tra quelli con cittadinanza turca e quelli semplicemente originari), e nei Paesi limitrofi come Olanda, Belgio, Francia, Austria e Svizzera. I turchi hanno addirittura superato i tedeschi, 125 mila in totale, e poi appunto croati e albanesi, rispettivamente terzi e quarti in questa speciale classifica con 103 mila e 95 mila presenze. Per trovare gli italiani bisogna scivolare fino alla ventiduesima posizione, la terzultima: gli azzurri che hanno assistito ai tre match del raggruppamento sono stati appena 36 mila, poco di più di slovacchi e spagnoli, ultimi con 34 mila ingressi.
Si tratta di una cifra netta, alla quale non vanno aggiunti - a differenza dei casi che riguardano altre Nazionali - tifosi che hanno viaggiato fino in Germania senza biglietto. Un numero che ha inevitabilmente impedito di vedere città colorate d’azzurro o cortei di avvicinamento verso lo stadio della partita, come sono riusciti a fare ad esempio olandesi, ungheresi, georgiani, albanesi, danesi, austriaci, portoghesi, croati e polacchi. Insomma, a parte quei pochi che non si perdono un match e che seguono la Nazionale in trasferta anche nei posti più improbabili per i match di qualificazione ai grandi eventi (basti pensare ai gruppi che espongono il tricolore abbinato alle località di provenienza come Angri, Casarano, Nocera Superiore, Fidene, Enna, Bari ecc.) il seguito azzurro ad Euro 2024 è sembrato composto da pochi fedelissimi, molti occasionali e qualche ‘turista’ che ha trovato due giorni a disposizione tra un impegno e un altro.