Ciao!
Rieccoci dopo due settimane, visto che sabato 11 maggio questa newsletter si è presa una pausa. Ogni tanto…
Subito una domanda. Cosa accomuna Como, Holstein Kiel, Ipswich Town, Auxerre e Deportivo La Coruña? Tutte queste squadre hanno appena ottenuto un salto di categoria nei giorni scorsi e condividono, più o meno, il colore sociale. Quello del Como, tornato in Serie A dopo oltre vent’anni - e che da due stagioni consecutive veste la stessa maglia, ispirata ai colori del lago - è storicamente l’azzurro ma negli ultimi anni è stato spesso adottato il blu reale. L’Holstein Kiel ha ottenuto per la prima volta nella sua storia la possibilità di giocare in Bundesliga: i suoi colori sono il blu (prevalente), il bianco e il rosso, che corrispondono a quelli dello Stato dello Schleswig-Holstein. Per due volte (2018 e 2021) i tedeschi erano giunti terzi in classifica e avevano giocato lo spareggio interregionale, perdendo in entrambe le occasioni. Nella prossima Premier League ci sarà spazio per l’Ipswich Town, un club che nei primi anni Duemila disputava le coppe europee ma che mancava da parecchi anni in massima serie (e nel 2020 era ancora in League One), a differenza dei rivali del Norwich City. Come tanti altri club inglesi, sono soprannominati semplicemente The Blues. In Francia, dopo una sola stagione torna in Ligue 1 l’Auxerre: il colore principale della squadra col passare degli anni è diventato il bianco, ma nella storia non è sempre stato così. Come ricostruito Wikipedia, dal 1906 al 1909 il club francese utilizzò in un completo nero (secondo la leggenda, in segno di lutto dopo la separazione tra Chiesa e Stato), dopo optò per i colori bianco e azzurro della Vergine Maria, sempre secondo la leggenda. Fino al 1980 la maglia era prevalentemente blu, ma a causa della scarsa illuminazione (di notte è difficile vedere chiaramente le maglie blu) l’Auxerre ha quindi iniziato a usare una maglia prevalentemente bianca. Finiamo con il Depor, una squadra che in Italia riesce ancora a suscitare ricordi bellissimi o tristissimi dovuti alla celebre rimonta sul Milan nella Champions League 2003/2004: gli spagnoli hanno avuto problemi finanziari ed erano finiti nella terza serie, dalla quale sembrava non riuscissero più a risalire. I loro colori sociali sono il bianco e l’azzurro, posizionati sulla maglia a strisce verticali, ma più volte è stato fatto un chiaro riferimento alla striscia diagonale turchese su sfondo bianco che rappresenta la bandiera della Galizia.
Tra le promozioni recenti c’è stata anche quella di un club di culto come il St. Pauli. Che come prima mossa ha messo sotto contratto il più forte giocatore al mondo di scacchi, Magnus Carlsen.
Manca meno di un mese a Euro 2024 e sono già arrivate le prime convocazioni. Sarà perché Paese ospitante, sarà per l’abitudine a programmare sempre in largo anticipo, ma prima di tutti si è mossa la Germania del commissario tecnico Julian Nagelsmann. Si è parlato molto di queste chiamate non solo per la tempistica, ma per il modo originale in cui sono avvenute. Di certo c’è un precursore in questo genere di comunicazione ed è sicuramente Luis Enrique quando allenava la Nazionale spagnola (se n’è parlato spesso in questa newsletter, tra il 2021 e il 2022), ma comunque la Deutscher Fußball-Bund ha avuto trovate interessanti, pensando ad un primo round di convocazioni singole tutte diverse tra loro, anche se un po’ disordinate. Qualche esempio: Antonio Rüdiger è stato annunciato da uno dei kebbabari più famosi di Berlino, Hisar; Aleksandar Pavlović è stato nominato durante un telegiornale; Leroy Sané attraverso un ritratto dell'attaccante del Bayern Monaco esposto alla galleria d'arte Schirn di Francoforte.
A parte questo aspetto, si è trattato di convocazioni molto coraggiose: molti sono semi-sconosciuti ai più, non ci sono alcuni pezzi grossi come Leon Goretkza, Serge Gnabry, Julian Brandt, Timo Werner, Niklas Süle e Mats Hummels, quest’ultimi due i difensori titolari nel Borussia Dortmund finalista di Champions League. Qualità tecniche ed esperienza a parte, come si fa a rinunciare ad un calciatore che celebra con questa eleganza il superamento di una semifinale europea?
Forse non è più necessario provare il fatto che il calcio negli Stati Uniti ha attecchito parecchio. E mentre la Major League Soccer sta diventando sempre più appetibile per giocatori europei non ancora arrivati al termine della loro carriera e ci si prepara alla Coppa del Mondo 2026, sta crescendo anche la cultura calcistica a tutto tondo. Un fondo ha appena deciso di investire 38,5 milioni di Dollari per fare crescere Classic Football Shirts, il rivenditore di maglie da calcio nato qualche anno fa in Inghilterra e divenuto probabilmente il più famoso del mondo tra i collezionisti e gli appassionati.
Il Manneken-Pis è una celebre statuetta in bronzo, alta poco più di cinquanta centimetri, situata nel centro storico di Bruxelles. Lo scorso 14 maggio, e solo per poche ore, è stata addobbata con il kit di uno dei club della capitale belga, il Royale Union Saint-Gilloise. Motivo? Per celebrare la vittoria della coppa nazionale. Non è la prima volta che accade una cosa simile: la statua ha già indossato le maglie della Nazionale belga, dell’Anderlecht, Real Madrid, del Barcellona, anche di Torino e Lazio:
A proposito di statue, Mariglian-Air.
Se l’anno scorso il principale problema era stato di tipo metereologico, quest’anno agli Internazionali d’Italia sono stati condizionati da altri fattori negativi: su tutti i tantissimi forfait causa infortuni giunti a cavallo dell’inizio del torneo e che hanno contraddistinto soprattutto il tabellone maschile (oltre a Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, si contano sedici assenze), e la confusione di pubblico soprattutto nei campi secondari, una delle conseguenze della nuova programmazione che ha riguardato giorni, orari e prezzi in vigore dello scorso anno. Così come Madrid, è stato il torneo femminile ad entusiasmare di più, e non per il misterioso addio al tennis di Camila Giorgi o la rottura del fidanzamento di Paula Badosa: basti pensare che era dal Roland Garros 2013 che non finivano in semifinale le prime tre tenniste al mondo, in questo caso Iga Świątek, Aryna Sabalenka e Coco Gauff. Si può dire che è stato il torneo dei tennisti cileni (Nicolas Jarry e Alejandro Tabilo da lunedì saranno entrambi in top 30), e non di quelli italiani: nel primo appuntamento romano post vittoria della Davis Cup e primo Slam vinto da Sinner è stato piuttosto emblematico che i tre capaci di spingersi più avanti nel tabellone siano stati il numero 125 al mondo e già vicino al ritiro in passato, Stefano Napolitano, l’oriundo Luciano Darderi e il qualificato Francesco Passaro, eliminati ai sedicesimi di finale.
Sul sito ufficiale dell’ATP dovranno aggiornare la bio di Tommy Paul: il tennista statunitense, tifoso di Philadelphia Eagles e Philadelphia 76ers, durante gli Internazionali d’Italia si è rivelato tifoso della Lazio anche grazie all’influenza dell’amico Reilly Opelka, da qualche anno appassionato della squadra biancoceleste:
Paul, adottato dai tifosi della Lazio durante le due settimane trascorse a Roma, ha fatto in tempo a ricevere una maglia della Lazio in occasione della partita contro l’Empoli e soprattutto tante domande su questa connessione. Dopo aver battuto Hubert Hurkacz ha anche scritto un bel ‘Forza Lazio’ sullo schermo della telecamera: